28/03/2024

Trento e Trentino

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La miglior planetaria per il pane

La miglior planetaria per il pane

La storia della cucina è stata riscritta in chiave completamente moderna dai primi anni del Novecento, quando Herbert Johnston, propose sul mercato il primo e rivoluzionario modello di impastatrice H-5.

Da quel momento in poi abbiamo subito una suddivisone del tempo in due periodi, quello a.P, cioè prima della invenzione dell’impastatrice, dove le donne di casa si cimentavano nella realizzazione di semplici dolci, e l’era d.P, post Planetaria, che ha trasformato le case di ognuno di noi in vere e proprie pasticcerie e pizzerie.

Il loro utilizzo è raccomandato ogni volta che si voglia impastare, montare o miscelare diversi ingredienti, senza utilizzare il minimo sforzo fisico. Inizialmente, soprattutto in Italia esso era considerato un bene di nicchia, perché per il suo costo alto poteva essere acquistato solo da chi disponeva di un reddito monetario elevato; con l’espansione dei programmi televisivi simili a Master chef, tutti se ne sono innamorati, diventando così un elettrodomestico presente ormai in quasi tutte le abitazioni, con la convinzione che la planetaria sia il segreto per la realizzazione di un piatto perfetto.

Quando si ci accinge a compiere un acquisto relativo alle impastatrici, è opportuno tenere sotto controllo alcune caratteristiche basi: prezzo, qualità, prestazioni, dotazioni e accessori.

A differenziare le impastatrici sono la potenza del motore, che possono assumere un valore in Watt fra i 500 e i 1200 affinché siano in grado di amalgamare anche impasti più duri; la capienza della ciotola dovrebbe essere di almeno 5\6 litri per poter garantire un’ottima lievitazione dell’impasto e, infine, i materiali di fabbricazione che solitamente sono in acciaio o, raramente, in vetro.

Per ottimizzare il lavoro, è necessario avere delle buone fruste, il coperchio para-spruzzi e un adeguato numero delle velocità. Se si scegliesse un’impastatrice con un costo relativamente basso, compreso tra le 60 e 80 euro, in quel caso si potrà impastare solo composti leggeri come ad esempio crema, gelati o panna, permettendo anche di poter amalgamare impasti maggiormente consistenti quali farina ed uova, ma comunque non da ottenere un impasto adatto per pizza, pane o piadina.

Tra le varie tipologie di impastatrici, il modello più conosciuto e diffuso sul mercato è la planetaria. Il nome deriva dal suo movimento che appunto somiglia alla rotazione dei pianeti intorno al sole. La planetaria si basa su un duplice movimento della frusta; compie una rotazione sia sull’asse propria che attorno al centro della ciotola in acciaio, e il doppio movimento serve per poter raccogliere bene e amalgamare anche la parte di impasto che finisce ai bordi della ciotola.

Solitamente le marche che fabbricano le planetarie usano l’acciaio perché tale materiale è comodo da pulire, adatto anche alle alte temperature e se dovesse cadere durante le preparazioni di un qualsiasi impasto, non ne risentirebbe. Altre ditte invece optano per il vetro, così da permettere a chi cucina di controllare e visionare costantemente il livello di preparazione dell’impasto, capire la consistenza dell’impasto e nel caso, se lo si ritiene opportuno, modificare la velocità.

L’impastatrice a forcella prende il nome dal suo braccio a forcella a forma ovale, è stata progettata per la preparazione di impasti asciutti, duri o bighe. La sua caratteristica positiva è che incide in quantità minima sulla temperatura dell’impasto: all’incirca di 2 gradi. Questo modello viene utilizzato principalmente a livello professionale, per questo il prezzo in base alla potenza varia dai 1000 fino agli oltre 10000 euro.

L’impastatrice a spirale ha un’elevata capacità di mescolazione, alcune macchine riescono ad amalgamare addirittura 60 chili di impasto. La sua testata può essere sollevabile o fissa e inoltre la ciotola è estraibile. I motori si distinguono in monofase, trifase, o trifase a due velocità. Tale modello è consigliato anche a livello casalingo, infatti sostituisce in modo ottimale il lavoro manuale dell’impasto.

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